venerdì 7 settembre 2007

Il Turbine.

Capitano dei momenti in cui si ha bisogno di riflessione.
Riflettere, fermarsi, capire.
Passo 8 ore al giorno del mio tempo a battere su una tastiera per instaurare relazioni, contattare professionisti, negoziare con dialettisti, creare opportunità. Poi arriva il venerdì. La settimana finisce, il sentore del riposo è sensibile e, a tratti, allarmista.
Sono contenta, tutto sommato, di questa settimana. Anche se a lavoro è stato un po' stressante: non è facile gestire tutti gli umori, le false righe, il panta rèi forzato. Pensare che ogni giorno investo su di me, che ogni giorno mi serve per crescere, imparare.
La classe non è acqua, la professionalità non è intrinseca in una laurea.
Anche nel talento più naturale, tutto va coltivato, e sono poche le virtù soggette a spontaneità. Tra queste, nel mio caso, la pazienza.
Respiro intensamente, penso allo sguardo sonnecchiante che avrà mia madre in questo momento.
Ci sono giorni in cui scriverei tutto il giorno. Tutto il tempo non basta a permetterti di osservare i rumori, i suoni, le luci, i colori, il vento.
E a raccontarsi come lo viviamo.
Mi piacerebbe, un giorno, che mia figlia ereditasse questa passione per la scrittura.
In me è l'unica ad essere rimasta costante e forte. Quella per il cinema va a tratti perchè è dettata da un fattore economico, quella per l'arte e per la poesia si restringe a pochi maestri. Ma quella per la scrittura, anche se non si esprime ogni volta che ce ne sarebbe bisogno, rimane.
Anche se è stata rapita e trasformata dal digitale, rimane. E' lì, e la sento, le mie dita scorrono, la tastiera non ha bisogno di essere guardata così come una macchina ha bisogno di essere guidata.. E' come se conoscessi già la mia strada, come se questi tasti fossero la mia sicurezza, perchè so già dove sono, come toccarli, con cosa separare le parole, che concetti esprimere e come esprimerli. Non ho bisogno di sapere dove girare, con che segnali preavvisare la mia direzione, perchè è già tutto lì, nella mia mente malata :-)
Ieri un turbine violento di sabbia ha colpito il mio pomeriggio.
Ancora, se ci penso, mi viene da sorridere. E' stato strano, molto strano. Un turbine.
Ma in questo momento, perderebbe tutto di significato. Credo di poterlo dire solo fra qualche giorno, a mente più fredda.

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